giovedì 30 novembre 2017

Wall of Lies - Fistful of Lies (2017)

Se si pensa al metalcore oggi, viene in mente subito un genere melodico, persino commerciale in alcune sue branche, che nonostante l’impatto e la cattiveria di davvero estremo ha poco. Tuttavia, non ci si deve dimenticare che una volta non era così: il primo metalcore, emerso negli anni novanta, era molto più basilare,diretto e aggressivo, senza le melodie e le strutture ricercate aggiunte in seguito. Ormai sono in pochi a portare avanti questa incarnazione del genere, ma per fortuna ogni tanto emerge qualche nuovo gruppo che se ne fa alfiere: è il caso dei belgi Wall of Lies. Nati appena all’inizio di quest’anno, hanno pubblicato giusto una manciata di settimane dopo il loro EP d’esordio, Fistful of Lies. Come già detto, il loro  è un metalcore della primissima scuola, con strutture lineari e senza ritornelli calmi o altri orpelli: quelli dell’EP sono semplicemente cinque breve canzoni dritte al punto, che mirano soprattutto all’impatto. È una scelta abbastanza classica, ma i Wall of Lies hanno dalla loro qualche punto di personalità: il più evidente è la voce di Maune, non il solito scream ma qualcosa di più stizzoso, stridulo e graffiante. È una scelta strana, che all’inizio spiazza – dopotutto è meno cattivo dello scream classico – ma quando ci si abitua rende bene, oltre a rendere i belgi originali. In più, gli Wall of Lies ci mettono di loro una bella carica: anche questa contribuisce a rendere Fistful of Lies interessante. Purtroppo però l’EP soffre dell’acerbità del gruppo: sono parecchie le ingenuità sparse qua e là, il che pur non pregiudicando la resa la limita almeno in parte. Anche la registrazione contribuisce al problema: è un po’ troppo secca, spoglia, di sicuro qualcosa di più pulito – anche non di tanto – avrebbe consentito alla musica dei Wall of Lies di incidere meglio. Insomma, Fistful of Lies è un lavoro un po’ difettoso, ma questo mette in ombra solo in parte le potenzialità almeno buone che i belgi possiedono.

Si comincia dal fragoroso intro del basso di Matthieu, quasi subito seguito dalla chitarra di Jeff in un giro vorticoso e aggressivo. È questa la base della opener Charlottesville assieme ai vocalizzi urlati e nervosi di Maune e il ritmo impostato dal batterista , non velocissimo ma di gran impatto – a eccezione di qualche stacco più movimentato qua e là. Ogni tanto spuntano inoltre diversi passaggi più lenti, che spezzano la linea del brano: di solito sono rapidi, col cantante che quasi rappa su una base meno energica ma che lo sostiene a dovere. Al centro c’è invece spazio per un classico breakdown metalcore, semplice ma che arricchisce la canzone di un altro tassello in fatto di varietà. Abbiamo così un episodio breve ma molto incisivo, subito tra i picchi dell’EP. Sin dall’esordio, la successiva Feed the Fish mostra meno impatto e un piglio leggermente più riflessivo, con le melodie oscure che ne attraversano l’intro. Ma il rancore dei Wall of Lies non si è calmato: lo si sente subito quando il brano entra nel vivo, cadenzato e lento ma con un riff circolare e feroce,di gran impatto, su cui Maune è ancora abrasivo. Si viene a creare così una bella tensione, mitigata solo a tratti dall’ingresso di lievi effetti in sottofondo, oppure dalle aperture più rilassate che compaiono ogni tanto. Si tratta di passaggi ritmati da metalcore tradizionale, anche se la cupezza non lascia mai la scena, per merito anche delle dissonanze della chitarra di Jeff. Queste sono le protagoniste anche della frazione sulla tre quarti, angosciosa e che dà un tocco in più a un brano in generale molto buono, poco distante da quello precedente.

The Price of Life riprende i fraseggi alternative presente nel precedente, ma li usa per abbellire una norma più dinamica, che si sviluppa rapida. Nei suoi poco più di minuti, la traccia alterna questa impostazione con momenti più rocciosi e d’impatto senza che quasi ci sia altro, a eccezione di uno stacco quasi rockeggiante al centro e di un paio di rallentamenti nel finale. Anche per questo, e per la brevità, parliamo di un brano che passa liscio e non lascia granché il segno: all’interno di Fistful of Lies è il meno valido. Per fortuna, a questo punto arriva No Peaceful Riot: senza un momento di pausa, entra in scena tempestosa e potente, per un effetto quasi stordente. Il riffage di base è ossessivo e frenetico, a tratti ha persino un vago retrogusto black metal, e fa da base a una progressione rabbiosa e possente, sempre più tesa man mano che passa il tempo  fino a raggiungere i ritornelli. Questi ultimi sono anche più incazzati del resto, e nonostante una melodia obliqua, quasi stridente, colpiscono bene. Nel pezzo c’è spazio anche per qualche stacco più lento e particolare, con una melodia quasi orientaleggiante: ciò però non ammoscia, anzi gli dà il giusto respiro. Lo stesso vale per la frazione centrale, parlata e sottotraccia, ma molto piacevole: è un altro ottimo elemento per una grande traccia, il picco assoluto dell’EP con la opener! Quest’ultimo è già alle sue ultime battute: il compito di chiudere è affidato a To Our End, che sin da subito mostra il tipico incidere da metalcore, cadenzato e potente, col solito riffage stoppato e cattivo mostrato fin’ora dagli Wall of Lies. È la norma che regge buona parte del pezzo, intervallata solo ogni tanto da qualche apertura: alcune sono espanse, perdono un po’ in pesantezza senza nessun tipo di compensazione il che le rende un po’ insipide. Molto meglio va con i momenti dilatati allo stesso modo più cattivi e rabbiosi, con addirittura qualche influsso deathcore, che colpiscono nel segno. In generale, nonostante le sbavature, abbiamo un brano di buona qualità, non trascendentale ma nemmeno tanto male come conclusione.

Per concludere, Fistful of Lies è un EP un po’ scarno ma in fondo di buona qualità, che soprattutto promette bene per il futuro. Se poi gli Wall of Lies riusciranno a sviluppare le proprie capacità a dovere o meno, solo il tempo potrà dirlo. Se però sei un fan del metalcore classico e cerchi qualcosa che non abbia melodie e contaminazioni moderne, il consiglio è di dare un ascolto ai belgi già da ora!

Voto: 68/100 (voto massimo per i dischi sotto al quarto d’ora: 75)

Mattia

Tracklist: 
  1. Charlottesville - 03:11
  2. Feed the Fish - 02:59
  3. The Price of Life - 02:03
  4. No Peaceful Riot - 03:39
  5. To Our End - 02:58
Durata totale: 14:48

Lineup:
  • Maune - voce
  • Jeff - chitarra
  • Matthieu - basso
  • Cé - batteria
Genere: metalcore
Sottogenere: metalcore classico

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