giovedì 3 agosto 2017

Enter Shikari - Common Dreads (2009)

Ho conosciuto gli Enter Shikari nel 2010, mentre facevano da gruppo di apertura ai 30 Seconds to Mars nel loro tour inglese. Devo ammettere che il primo impatto con il quartetto di Albany e dei suoi fans, è stato quanto meno shockante. Musica a mille, follia pura che mi ha paralizzato. Ma, a lungo ascoltarli, è uscito qualcosa di molto più forte: un grandissimo amore per la loro musica scatenata e cattiva.
Nati nel 2003, solo quattro anni più tardi esce il loro primo full album, Take to the Sky e subito si fanno conoscere nel mondo underground inglese, ma è con Common Dreads che gli Enter Shikari fanno il salto di qualità e diventano delle piccole icone del metalcore. I loro testi, che spesso puntano verso temi sociali e il loro essere sempre in primo piano in discussioni con tematiche forti (soprattutto per quanto riguarda la loro patria), li hanno fatti conoscere anche per meriti extra musicali.

La caratteristica che spicca alla fine dell’ascolto di Common Dreads è che ne vorresti ancora: quando i cinquantuno minuti di musica terminano, mi viene sempre voglia di ripartire da capo. Merito anche delle prime quattro tracce che da sole spaccano da paura. C’è una carica infinita in questo lavoro e gli Enter Shikari sono stati bravissimi a non calare mai i giri, neanche durante quella che dovrebbe essere la ballad, Gap in The Fance: parte piano, ma poi termina in un crescendo emozionale da brividi. In tutta la tracklist forse solo Havok B stona: non come canzone di per se, ma come posizionamento. Ma è veramente l’unico difetto di un album altrimenti perfetto, con una carica energetica che sembra non finire mai, una rabbia e una potenza che non ritroveremo negli album successivi, o almeno non in maniera così pervasiva.
Inoltre, come gran bonus, c’è la parte melodica. È vero che l’elettronica la fa da padrone, ma molto spesso fuoriescono delle melodie molto tranquille che ben si accostano alla carica del resto: quando Rou Raynolds canta normalmente, senza urlare, è addirittura dolce. Questa caratteristica aiuta anche quelle persone che magari masticano ancora poco il metalcore, rendendo il lavoro più accessibile a tutti.

Per concludere: Common Dreads è un disco che non dovrebbe mancare in nessuno scaffale di chi ama il metalcore o l’electronicore. Inoltre il loro essere a loro modo melodici aiuta anche coloro che magari si avvicinano al genere, rendendolo meno spigoloso. Insomma, se già non lo avete, andate a recuperarlo: non ve ne pentirete mai.

Voto: 98/100

Monica

Tracklist:
  1. Commond Dreads 02:08
  2. Solidarity 03:16
  3. Step Up 04:40
  4. Juggernauts 04:44
  5. Wall 04:29
  6. Zzzonked 03:27
  7. Havok A 01:40
  8. No Sleep Tonight 04:16
  9. Gap in the Fance 04:07
  10. Havok B 02:52
  11. Antwerpen 03:15
  12. The Jester 03:55
  13. Halcyon 00:42
  14. Hectic 03:17
  15. Fanfare for the Conscious Man 03:45
Durata totale: 51:23

Lineup:
  • Rou Reynolds – voce ed elettronica
  • Liam “Rory” Clewlow - chitarra
  • Chris Batten – basso
  • Rob Rolfe- batteria
Genere: post-punk/metalcore
Sottogeneri: electronicore/post-hardcore
Per scoprire il gruppo: il sito ufficiale degli Enter Shikari

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