giovedì 20 aprile 2017

Lomax - Oggi Odio Tutti (2017)

Una buona giornata a tutti i nostri lettori. Quest’oggi ci inoltreremo nell’analisi di Oggi Odio Tutti, primo EP della band Lomax. Questa band di origine modenese è composta da tre membri – Valentina Gallini alla chitarra, Matteo Capirossi al basso (entrambi anche voci) e Greta Lodi alla batteria - e muove i primi passi approcciandosi alla scena musicale con un sound dove cerca di combinare rock italiano con influenze hardcore, noise e post punk. Il loro primo EP è appunto Oggi odio tutti ed è uscito il 25 marzo di questo anno. Diamo un’occhiata più da vicino. Lavoro composto da sei tracce, questo EP ci dà il colpo di partenza con la prima traccia Rigore: iniziali accordi pseudo elettronici di chitarra ci danno il benvenuto. La voce in eco elettronico si avvia secondo dopo secondo per poi abbinarsi alla batteria e a giri di basso che risultano essere l’elemento più intrigante del brano. Per la chitarra, la sezione centrale è sicuramente la migliore, poiché risalta meglio grazie alla non presenza della voce, soprattutto verso la coda prima dell’ultima parte vocale. La seconda traccia, Oggi Odio Tutti ha la sezione di bassi che si impone in maniera più decisa. Le voci in modalità quasi del tutto elettronica stonano molto rispetto al resto del brano che sembra ben costruito. Creano un effetto abbastanza sgradevole, soprattutto con l’intercalare sul verso “oggi odio tutti”, che risulta essere petulante. Ciò che risolleva il brano è sicuramente tutta la sezione strumentale. Da notare la sezione prima dell’ultima parte dove si può notare un leggero intercalare che termina con un paio di colpi di chitarra abbastanza piacevoli. Per quanto riguarda Manhattan, questo brano comincia con una citazione dall’omonimo film con Woody Allen: “L'idea per un racconto sulla gente ammalata che si crea costantemente dei problemi veramente inutili e nevrotici perché questo le impedisce di occuparsi dei più insolubili e terrificanti problemi universali…” per poi terminare con una domanda che ogni tanto dovremmo porci tutti, ovvero “Perché vale la pena di vivere?”. I Lomax cercano di rispondere con un brano dove la batteria si fa più presente accompagnata da suggestivi riff di chitarra, mentre pian piano la voce di Woody Allen scompare per lasciar spazio al sound della band. Ancora una volta, la parte vocale va a pesare in maniera negativa sul brano. Infatti, sembra che parte vocale e parte strumentale del brano siano quasi completamente due mondi a parte. Gli strumenti fanno un buon lavoro, seppur non eccezionale, per dare un senso alla traccia. I riff di chitarra sono pennellate che danno un po’ di colore a un brano con poca sostanza. Bella la combinazione chitarra/basso verso il minuto tre e trenta perché dà un tono deciso e una parvenza di reale senso a tutto il brano. Si sente che chi ha lavorato con quegli strumenti lo ha fatto in maniera dignitosa. Fuoco è la quarta traccia: questo brano sembra distaccarsi a livello di sonorità rispetto ai precedenti, il che può essere solo un bene e un punto a favore contro la monotonia. Le voci qui sembrano legarsi meglio al sound donatoci dalla traccia. Tendono a rendersi più evidenti le tonalità giocate in modo più consistente sui bassi, tuttavia la chitarra non è mai troppo lontana e costituisce un buon leitmotiv tra tutti i brani di questo EP. Interessante sembra essere la sezione verso metà del brano, con contrapposizione di echi vocali e di strumenti che cercano di imprimersi nella mente dell’ascoltatore per poi esplodere per dare il via alla sezione finale. Non Vedo l’Ora che Muori è la penultima traccia: i primi accordi di bassi si contrappongo a una combinazione chitarra/batteria. La parte vocale non si amalgama benissimo, risultando quasi sgradevole e crea un eco quasi di radio mal sintonizzata, mentre la chitarra va alla grande dove le voci sono abbastanza carenti. I toni aggressivi sono dati sia dalle parole lanciate, sia sicuramente dagli strumenti. Una breve e (non tanto) intensa pillola musicale che termina poi nel silenzio con qualche accordo di basso finale. Dio, ultimo brano di questo Ep, è la traccia di durata maggiore di questo lavoro. Colpi iniziali intriganti di piatti, a cui pian piano di aggregano leggeri colpi di basso e spennellate suggestive di chitarra con pochi brevi tratteggi, creano un’atmosfera quasi da inizio film western, per poi rivelarsi un brano di tutt’altra natura, con il suo incedere quasi psichedelico e allucinato. Non vi è presenza di voci in questa prima parte, il che, considerando i precedenti, permette di apprezzare al meglio gli strumenti senza ostacoli sonori. Da suoni che ricordano quasi melodie western, a tratti si passa a quelli che ricordano sigle di telefilm sci-fi. Dopo il terzo minuto quest’atmosfera allucinata termina, per lasciar campo a qualcosa di più consistente sul piano della presenza strumentale, con chitarra e basso più marcati nei loro riff. In questa sezione, le voci ricompaiono e sembrano amalgamarsi meglio, anche se mai alla perfezione. Le sezioni di chitarra sono sempre calibrate al meglio, con un rallentamento nel passaggio tra il quarto e il quinto minuto, portandoci quasi a una sensazione di loop. A parte un accenno sul terzo minuto, le voci si presentano solo nel bel mezzo del sesto minuto, per poi proseguire al settimo minuto inoltrato e terminare, con la chitarra che domina ancora una volta e pennellate meno decise di basso e batteria.

  Cosa si può dire di questo album? Vi è decisamente una netta contrapposizione tra la parte strumentale e quella vocale di questo EP. I due elementi non riescono a combinarsi quasi da nessuna parte e di questo ne risente sia il lavoro nella sua interezza sia i singoli elementi che ne compongono la trama (come si è già detto prima, in particolar modo la chitarra). Ciò che si consiglia alla band è di rivedere questo lavoro nei suoi punti critici e usare i punti deboli come un punto di partenza per arrivare al prossimo livello.
Alla prossima

Voto: 20/100 (voto massimo per gli EP: 80)

Valetrinity

Tracklist:
  1. Rigore – 02:28
  2. Oggi Odio Tutti -  03:04
  3. Manhattan – 05:02
  4. Fuoco – 04:13
  5. Non Vedo l’Ora che Muori - 01:25
  6. Dio – 08:03
Durata totale: 24:15

Lineup:
  • Valentina Gallini - voce e chitarra 
  • Matteo Capirossi- voce e basso
  • Greta Lodi - batteria
Genere: hardcore/post-punk/alternative rock
Per scoprire il gruppo: la fanpage Facebook dei Lomax

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